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Paolo Barbieri . Un mondo ove ogni idea prende vita

Paolo Barbieri . Un mondo ove ogni idea prende vita

Con immenso piacere ad EGOBlog uno dei più grandi illustratori del panorama italiano,  Paolo Barbieri. 🙂

 

 

Ego: Le tue opere hanno sempre avuto come filo conduttore un genere fantasy/mitologico che ti accompagna ormai da anni, come mai questa scelta?

Paolo Barbieri: Non la definirei propriamente una scelta, in quanto non c’è stata da parte mia nessun tipo di operazione preordinata.
Semplicemente mi sono divertito a reinterpretare mitologie che ho in me da sempre grazie a film, cartoni animati e scuola.
Quando ho affrontato il progetto del mio primo libro illustrato da autore “singolo” (Favole degli dei, Mondadori 2011), ricordo che disegnai un guerriero variando un poco la mia tecnica e una volta terminata l’illustrazione capii che quel personaggio poteva adattarsi perfettamente al mito di Ares. Così, con una grande percentuale di casualità seguita dalle mie passioni nate con i film e le creature di Ray Harryhausen (su tutti “Scontro di Titani”-1981), mi divertii ad affrontare la mitologia greca.
Favole degli dei mi diede un “calcio” verso direzioni inaspettate, portandomi a dare forma con i miei disegni a quel fantastico che esistite da sempre nella mitologia e nella letteratura.
Così, seguendo questa  strada, ho realizzato le altre mie opere: L’inferno di Dante (Mondadori 2012), L’Apocalisse (Mondadori 2013), Fiabe Immortali (Mondadori 2014).

 

Ego: Al giorno d’oggi con l’uso delle tavolette grafiche, vengono purtroppo messi un po’ da parte le tecniche cartacee (tempera, acquerello , colori ad olio etc..). Per te quali sono gli step ed i strumenti che preferisci per iniziare a sviluppare una tua creazione e che non debbono mai mancare?

Paolo Barbieri: Il computer è un mezzo così come lo sono carta, tele, matite e pennelli. Gli strumenti digitali permettono una velocità  impensabile per le tecniche tradizionali, e questo aiuta molto in questo lavoro, soprattutto nel rapporto con i clienti che spesso esigono una grande velocità di produzione.

Inoltre le tecniche digitali consentono enormi possibilità di sperimentazioni e la sperimentazione è una delle chiavi principale per evolvere in molte direzioni. Per quanto riguarda i miei step di solito faccio alcuni sketch con matite e carta per poi scegliere quelli migliori e disegnarli digitalmente con una veloce colorazione. Sarà il cliente a scegliere l’illustrazione più consona alle proprie richieste che io porterò a termine con colori e rifiniture.

 

Ego: Quale struttura di formazione consiglieresti di frequentare ai  giovani ragazzi che come te vogliono intraprendere la strada dell’illustratore qui in Italia o all’estero?


Paolo:
In Italia ci sono ormai molte scuole specializzate che possono insegnare tutto ciò che concerne il disegno: fumetto, illustrazione 2d e 3d, modellazione di sculture digitali etc. Tra scuole del fumetto e accademie varie c’è solo l’imbarazzo della scelta e c’è da specificare che oltre alla ricerca in rete molte scuole partecipano alle maggiori fiere del fumetto, dove si possono avere ulteriori informazioni e conoscere gli stessi docenti.

 

 

Ego: Riesci sempre a trovare le giuste luci che danno al personaggio quel tocco in più in cui si combina il realismo con un’atmosfera evanescente come se venisse da un mondo parallelo.Come trovi i giusti colori? Ti affidi ai colori complementari o ti viene ormai naturale l’accostamento di un colore piuttosto di un’altro?

Paolo: Non seguo regole precise, ma più che altro mi affido all’istinto.Quando si conosce bene la materia del proprio lavoro è più facile trasporre le visioni della mente direttamente sul foglio (reale o digitale). Il punto è proprio questo: tanto l’esperienza data dall’esercizio riduce quella barriera tra mente e mano, tanto  le fantasie visionarie verranno riprodotte fedelmente. Potrei chiamarla l’equazione dell’arte.

 

Ego: Durante la tua carriera, dai primi anni di attività fino ad oggi, ci sono degli artisti a cui ti sei inspirato o dei quali provi una grande ammirazione e ti hanno arricchito ed influenzato nelle tue scelte artistiche?


Paolo:
Michael Whelan, Alan Lee, Brian Froud, Chriss Foss, Rodney Matthews, Giger, Boris Vallejo, Brom, Karel Thole, Victor Togliani e molti altri.

 

 Fiabe immortali e L’inferno di Dante

 

Ego: Nei tuoi ultimi libri “Fiabe immortali” e “L’inferno di Dante”, hai partorito e sviluppato delle idee partendo da racconti e brevi tratti di rime macabre. Per rappresentare alcune ambientazioni in cui vengono trasmessi sentimenti forti come l’ odio, la tristezza e l’orrore, come riesci ad entrare in sintonia con il disegno? Hai bisogno di provocare dentro di te questi sentimenti per poterli imprimere sulla tela?

Paolo Barbieri: Uso tantissimo la musica, specialmente le colonne sonore. Con l’Inferno di Dante questo viaggio interiore è stato piuttosto forte e a tratti pesante, in quanto ho spesso l’abitudine di creare veri e propri film mentali da cui poi scelgo il fotogramma migliore.

Rappresentare l’inferno, o un proprio inferno, non è solo una questione di colori ma anche di sensazioni che per me rappresentano l’elemento principale del disegno. Sono proprio le sensazioni che devono trovare una via d’uscita e nel caso di Dante ho cercato la massima immedesimazione per rappresentare quel mondo tetro e surreale.

Dopo il doppio viaggio nella disperazione con Dante e l’Apocalisse, le Fiabe Immortali sono state una sorta di riemersione all’aria aperta, nonostante ci siano anche in questo libro molti elementi oscuri.

 

Grazie della tua disponibilità e complimenti ancora per il tuo lavoro!

Web Site: www.paolobarbieriart.com

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